lunedì 2 luglio 2007

Avernalia

I - Sospensione

Stringo i miei nervi
Sotto la luna,
Fili scoperti, elettrico balzo
Oltre la linea che divide
Il giorno dall'orizzonte.
S'addensa l'adrenalina.
Se non credi al destino,
Consulta ora gli Dei;
Se non aspetti nient'altro,
E conti i tuoi passi,
Dà un saluto d'addio
Alle vette fiammeggianti,
Che cingono, ancora per poco,
Le nostre salme incoscienti.

Per chi volano oggi, le urla
Attraverso le gole:conferme
Profonde d'inconfessati peccati.
Le sentinelle defunte, futilmente
Tormentano i sogni di chi,
Ad un errore riparare è costretto.
Immondo coraggio, immane
Vergogna di chi ci ha preceduti.
I passi hanno aperto e
Incuranti di presenze più antiche dell'oro,
La neve proibita han raccolto.
Mai un trofeo
Costò così caro.

Sette erano i Grigi, di onesto colore
Che Averna assegna alle genti,
Che a valle trasportano i frammenti
Del suo cuore immacolato.
Sette salirono il sentiero,
E uno tornò
Portando nei palmi, la linfa
Delle montagne, il bianco trionfo
Di un figlio ribelle.
Come le volpi inesperte,
Che non celano la tana
Allo sguardo affamato
Del terrore chiazzato che,
Silente, striscia tra i massi.

Gli Dei sono ciechi ed impotenti,
Cantano tronfii i borghesi
Che bevono sidro, e mai han provato
L'inquieta compagnia del vento notturno,
Che bisbiglia tra l'erba,
Quando dita ossute, radici maligne,
S'accostano alle caviglie tremanti.
Gli Dei son ciechi ed impotenti,
Cantano per sentirsi sicuri
Ma avventurarsi non osano,
Oltre le foreste che fan da cancello
Al regno immortale,
Ai denti maestosi
Che affondano con rabbia nel cielo.

Gli Dei saran ciechi e forse impotenti,
Come schiamazzano a valle,
Ma le ombre fuggite
Al loro cavernoso serraglio,
Vigilano attente sui passi,
Chiusi per sempre da Araulo.
Prima difesa ed ultimo dono.
Bastava aver fede,
Non seguire orme ignote,
Ad avremmo ancora dormito sereni
Nelle nostre tende fragranti di pelle,
Invece di stare rinchiusi come pipistrelli
Tra queste rocce, che soffocano
L'anima.

Preludio ai Canti di Averna, la dea del sottosuolo nell'antichità italica. Basato sul caos di emozioni che prova chi, appena prima dell'azione, conosce sia la paura che il rancore nei confronti di coloro che hanno causato, con la propria condotta, la sua tragica situazione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)