venerdì 30 novembre 2007

Nox, Amans Pabulorum

Notturno Andriese

Chi mi riporta stasera,
Dai pascoli d'oppio,
Stringedo la mia gola
Secca ad un cappio
Lucente, come l'Ofanto
Gonfio di lacrime
Autunnali. Dolci ombre
Fra i muretti
Tremolano, serpeggiando
Fino ai crocicchi,
Raduno di antiche greggi.
Manciate di crochi
Sulle mie palpebre stanche,
Calcare a manciate
Sparso, nel verde e sul cuore.
Arriverò al Vagno;
Più lontano, forse, se il
Vento mi porta.
La mia transumanza non si
Consuma che sul
Tavoliere iridato di Murgia,
Dove giungono,
Tenui, accenni di salsedine
Levantina.

martedì 27 novembre 2007

Coetus Intra Stipulas

Veglia Per Yule

Il tempo di un frullo
Di ali, nei campi
Che incorniciano l'accosciarsi
Del sole in giacigli
Lontani. Come tante pernici,
Cerchiamo nel bianco
Della nostra routine, i semi
Striati di qualche
Strana erba voglio, o soltanto
Nuovi motivi per
Continuare a sorridere, stolidi
Agli assoli ossidati
Di un'armonica tra i salici.
In alto i calici alla
Luna nascente, sprechiamo
Auguri fuori stagione,
I cui cocci, come spettri
S'addossano ai
Portoni tarlati di un vecchio
Casale.

lunedì 26 novembre 2007

Hiems II

Soffia Il Tempo

L'eta' in cui capisci,
Che una promessa e'
Mancanza di coraggio,
Essenza flebile di rose
Sbiandite dalla pioggia
Di maggio, e' un campo
Tendato di azzurri arabi
E carovane. Ancora
Poco e, sulle dune, il tempo
Non lascera' che tizzoni
Spenti ed impronte morenti,
Di chi ti ha capestato.
Quel vento, che il sole porta
Alla mia pelle e la ruggine
Dona a cancelli senza voce,
Anche il deserto spazzera'
E nel girare della ruota,
La soglia piumata sulle
Sue ali varcherai.

venerdì 23 novembre 2007

Terror Noctis

L'Ospite

Se potessi diventare,
Faro spento tra gli scogli
O grilletto di fucile,
Boia al mondo griderei e,
Suo pari d'ingiustizia,
Nell'oceano iridescente, come
Luna scintillerei.
Come vento tra i campanili,
Ulula nella notte
Il mio appetito insoddisfatto;
Nei fossati scivola,
Come morbo d'oscuri tempi.
Lama sottile, falce
D'argento, sventra il silenzio
Nel suo letto disfatto.
Chi s'affaccia alla tua porta
In quest'ora di presagi?
Apri svelta all'Inatteso, che
Al tuo collo porta
In dono, urla e zanne
Affilate.

giovedì 22 novembre 2007

Quanam Placidus Est Occasus?

Tempesta Al Vespro

Stavo,
Nel vento e sul fiume
Che frammenti di
Autunno trascina con se;
Anch'io fluiro'.
Batte la danza d'incatenati
Sonagli ad un ritmo che
Fugge per ogni bacio perduto,
Per un solo istante
Sotto il cielo, scarmigliato
E rosso di streghe.
Come lampi di ruggente
Emozione, cadono a terra
Le statue dei vecchi padroni,
Ed un respiro si alza,
Vapore vermiglio, sui monoliti.
Pace a voi, la guerra
E' finita.

mercoledì 21 novembre 2007

Lux Dolorosa

Luce

Son quiete le tende,

Non si gonfiano ancora
Sulle ali bramose dell'ora
In cui la bruma amoreggia,
Attraverso le imposte,
Col mio tossire scheggiato.
Dove sei tediosa luce,
Non ti sento strisciare
Con la tua mela invitante,
La mia bocca l'anela,
Anche se altro non sei
Che un surrogato posticcio
Dei suoi baci dispersi
Come la sabbia che, grigia,
Riempie, l'inutile fondo di
Una clessidra infranta.

martedì 20 novembre 2007

Balcanica Spes

Bosnia Express

Ferro che porti,

Nero che copri le rovine
Di Krajna, cosi'
Silenziose tombe dell'Uomo
Di piazza Oslobodjenje.
Ferro slavato, di slava
Malia, drogami
L'anima del verde di
Bosnia, tortuoso
Cuore, trafitto da bianchi
Fucili, tutti
Uguali, tutti spettri
Sulle mura di
Luka, nella cristallina Sava.
Ferro che lento sbuffi,
Verso le spiagge
Di Neum, macina ancora
Miglia e pietrisco,
Tra cui fioriscono a stento
Speranzosi gigli.

lunedì 19 novembre 2007

Lente Hiemare

Alberi Spogli

Colma di fredda aurora
Langue la piana,
Inchiodata tra vedove
Madonne di paglia,
Ma nei campi segnati
Da rughe vetrose,
Sbocciano scheletrici
I palmi dei gelsi.

Come necrotiche
Urla di una terra ferita,
Suturata di brina,
Come mani innalzate,
Ad un tagliente
Ed avaro cielo di vetro,
Stringono, infine,
La loro questua di bora.

sabato 17 novembre 2007

Stellae Maris

Stellata

Nelle notti di brezza,
Le stelle si destano
E non c'è accorto silenzio
Su cui non s'adagino,
In un molle chiarore,
Ardendo e vibrando, come
Strusciarsi di gatti
Su divani di liso
Velluto, che al tatto
Son cera, son tiepida
Carne di donna,
Assopita nelle fiammelle
Di tante lampare.

venerdì 16 novembre 2007

E Somnio Expecivi

L'Addio Dei Gendarmi

Sul nauseabondo altipiano
Mi han promesso
Melma candita di mediatica
Fama. Dopo le bombe,
Dopo aver violato tombe
E profanato le ossa
Rotte d'ingobbiti palazzi,
Il sorriso isterico,
Che puzza di porporati
Lutti, macchia la
Mia faccia da reduce imbelle,
Giocattolo di starlette
Che stilettano,
Con mosse perfette,
I nostri mal guadagnati onori.
Di chi è tornato,
Nessuno è rimasto soldato.
Son tutti corolle di fiori
Nei caposanti a digrignare lava,
Che tra i sepolcri si fa
Degli scontenti inutile bava.

Exsurge

Revolta!

Schegge di pub, i dischi dei
Rancid girano a mille
Nella carne oh peccatori
Che odorate di scintille,
Esplodono bianche gemme
Di ninfea nei boccali,
Simili a lascive meduse.
E quando la notte,
Impazzita sbanda,
Ritrovarsi è facile nei
Riflessi concepiti in vitro,
Abbassando le torce
Su nere tracce di salnitro.

giovedì 15 novembre 2007

Sensualia Oceani

Necronyros

Che turgida notte
Mi apre le cosce dinnanzi.
Tra le sue pendici
Violate, umide d'intensi
Umori di rugiada,
Le ore spogliano il silenzio
Con loquace avarizia
D'immagini contorte, come
Ganci da macello.
La pace dell'appeso sia con
Me stanotte mentre
Pendo da pietosi ferri,
Come quarto di bue
Nel gelo di una cella,
Nell'agro di una stanza
Vuota,
Come vuota è l'alba,
Su un'Atlantide di sabbia.

mercoledì 14 novembre 2007

Nihil Ei Legaverunt Mihi

Eredità

Nell'anemico albore
Di un giorno, di un
Tresette sbancato,
Sfilo il mio decoro
Borghese, come
Un'ipodermica croce
Di buone intenzioni.
Un pasto veloce
E vecchi oggetti,
Dei nonni il passato
Pallore mi strina
La faccia con garbo
E cerata indulgenza
All'ombra dei pioppi.

lunedì 12 novembre 2007

Ille Quod Fluminem Fert

Lamento Per Un Amore Sepolto

Dondolavo,
Sulle balaustre, da cui
Oppio e gerani,
Intrecciano i petali
In bicromica danza,
Anacronica sponda
Di un fiume stagnante;
Ed il gocciolare di
Morte stagioni,
Picchiettava risentito
Sulle mie iridi
Di vetro affumicato.

Un nugolo di sgraziate
Armonie ombreggiò
La signora d'avorio,
Cui dedico ogni mia notte,
E come stormo d'aironi
Defunti,
S'alzò dal letto perlaceo
Del fiume,
Aleggiando verso le odorose
Terrazze, in cui il tempo
Tappezza la mia bara
Di foglie.

Chi è che porta la pira
Prima dell'ora?
Non voglio sfilare
I mie artigli
Dal cuore del satiro,
Che mi nutre con acerbe
Essenze di elleboro.
Ma ahimè la Luna
E' beffarda,
Ed il rimpianto si squaglia
Sui contorni stellati
Della disillusione.

sabato 10 novembre 2007

Ecce Homo Comicus

Dentro Un'Anima Comica

Un sudario di cipria
Indossa il mio specchio,
Rifrange, scheggiato,
Battimani come ronzio
Di mosche annoiate
Celando tra comiche e
Ottoni di segatura
Le crepe di un trucco
Salso, preludio falso
Di una esilarante
Sconfitta.

giovedì 8 novembre 2007

Et Is Vitam Ab Memoriis Separavit

Isole

Cristallo di libri sfogliati,
Come onde
Da venti, chiome di naufraghi.
Sirene e cordame
Di parole insane e relitti,
Reliquie di un'ora
D'incerto e gitano vagare,
Mentre gia' a Zefiro
Isole d'esilio aprono i porti.
Sulla mia pelle,
Sotto le prime stelle,
Affiorano snelle
Tracce di loto, cenotafi sommersi
Di occasionali abissi,
Infrangendo paure di cui
Non ho memoria,
Se non scogli privi di storia.

mercoledì 7 novembre 2007

Qui Tempis Perditis Manet?

In Soffitta

Nel servizio dei giorni
Di festa, conservo con cura
Tutta la mia amarezza
E sogni di seta grezza,
Ammucchiata e sparsa
Tra la cenere di vecchie
Carte patinate, ritagli
Di comignoli,
Ottusi ninnoli,
Che paiono annuire
Al ticchettare servile,
Del mio tempo che
Accenna a sbiadire.

Sine Respicere Ambula

Passeggiata A Novembre

Miriadi, agitata polka
Di chiodi sul selciato
E cippi corrosi
Come spalle di schiavi,
Come ponti di navi,
Come muschio stuprato
Dal grondare impietoso
Delle falde di un solingo
Autunno.

martedì 6 novembre 2007

Ratio Scribenda

Le Ancore Di Atlantide

Gocciolare adamitico
Di pensieri in grassetto,
Sullo specchio di nero
Alabastro e solitario ferro,
Come stoppie in ottobre,
Abbandonate.
Ali insozzate e pesanti.
Ponti rampanti all'infinita
Malia di zenzero, che
Intinge di claustrofobica
Astuzia le mie bende
Ingiallite; scuse per non
Partire.

Memento Fulgere Est In Aeterna Opacitate

Alba Urbana

Sole, timida comparsa
Che sbirci dal sipario cupo
Di ogni giorno;
Di un giorno qualsiasi che
Sia per te ribalta,
Ed affamata platea di guglie,
In bilico sull'orizzonte.
E spumeggiano mille vette,
Ciminiere, elettriche
Vedette di pulviscolo radioso.
L'oggi e' in scena,
Fremono le ombre, le anime
Notturne appese ai lampioni.
Astro ingranaggio, ruota dentata
Irradiami della
Tua Luce rugginosa,
Che la necessita'
Elesse ad aspro ormeggio
Della quotidianita'.