venerdì 31 agosto 2007

Ex Iisdem Tuis Oculis Fuge

Occhi

Occhi,
Malevola intenzione,
Schiacci i miei passi
Sul riflesso dello specchio.
Ed il rispetto che
Nutro per me stesso,
Scivola nel grigio
Come il mozzicone
Di una sigaretta,
Nella pioggia di un
Binario vuoto.

martedì 28 agosto 2007

In Umquam Visis Caelis Inerit

Espansione

La mia noia è un orso,
Che scava pesante
Tra le rovine d’inchiostro
Abbandonate da anni,
Abbandonate all’ignavia.
Non pensavo che avrebbe
Scoperto le scale di marmo,
Rampanti sulle mie ciglia
Addormentate. Terribile è
Il risveglio sotto strane stelle.
Brillo di fiamma vorace,
Che impalpabile s’alza
Coalescendo i miei terrori
E l’occhieggiare beffardo
Dell’aliena, alienante,
Corte di astri. Affondo…
Sospeso io affondo e
Sempre più strette si fanno
Le volte del cielo, più sfumati
I contorni della mia identità.
La mia luce tagliata dalle
Sbarre dell’utero al quale
Ritorno, rifluisce nella gelida
Corrente del Lete. Ora mi desto.

sabato 25 agosto 2007

Tempestivus Maeror Est Et Sol Eum Pervulgat

Il Volo Dell'Alba (Urla Impercettibili)

Si apre timido,
Come frutto di madreperla,
Come temesse di apparire
Sgraziato al ballo, che
Tra lo smog lo aspetta.
Il Sole emerge
Dalla mia gola.

Il Sole s'immerge, viola,
Nell'umidità sospesa.
L'avvoltoio bianco vola,
Spolpando l'orizzonte,
Finchè non resta che
Tornare al nido
D'ossa, nel mio petto.

venerdì 24 agosto 2007

Comites Novi Tibi Assequentur

L'Alcova Tra I Cipressi

Così lento, soffocante,
Di zafferano il sudario
Che la mia ombra schiaccia.
Compagno un rosario di gesso,
Non ha resistito al mio
Contorto pregare altri dei,
Altri fari in mezzo a spruzzi
Cobalto: le mie dita ha lasciato.
Ora son solo, ma l'erba di
Vetro, riflette nelle orbite vuote
Presenze aliene, attigue.

Rosa canina, cute.
Spilli di china, un ghigno
Tra le fronde affilate
Dei cipressi, lecca
La mia pelle amara.
Salute, leggete,
Le rime che da altrove,
Nella frescura, istoriano
Le braccia tese, le mie
Spoglie lese ma non temete:
Piove, scarlatto, piove.

giovedì 23 agosto 2007

Oltre L'Impressione

Dismorfosi

Cielo terso e grigio insieme.
Che rimane, se non salnitro
Delle gocce sui davanzali,
Delle giornate tutte uguali
Che inquiete vacillano.
Polverose.

Assenso implicito,
Nei tagli dorati, dai quali
Ammicca il tramonto.
Egli scosta il pesante sipario,
Ed il caleidoscopio viene
Infranto con la mia lucidità.

Abbattuti dal vespro,
Giacciono i prismi come
Muretti a secco in collina,
E tra gli uliveti mostruosità
D'argento proliferano
Su ciò che chiamiamo Terra.

Ecate mia lebbrosa
Regina, dove stendi lo scettro
I cani ululano ed il vento
Mi porta il fetore di mille pire.
Pensare che ci ero passato ed
Una città sotto il sole splendeva.